Maurice Asselin
Orléans, Francia, 1882 - Neuilly-sur-Seine, Francia, 1947
Nel 1908 parte in treno per l’Italia, muovendosi poi tra Roma e Firenze in bicicletta. L’anno seguente gli vengono allestite le prime mostre: a Parigi, presso la Galerie Eugène Blot; in Germania, alla Galerie de Munich, insieme agli amici del gruppo “Fauves”: Marquet, Vlaminck, Manguin, Puy, Camoin.
Allievo al Collegio Sante-Croix di Orléans, si dedica pienamente alla pittura a partire dal 1904, data in cui entra all’Ecole de Beaux Arts di Parigi, nell’atelier Cormon. Si reca spesso al Louvre e al Musée du Luxembourg per studiare i grandi artisti, in particolare le opere dei pittori Impressionisti. Nel 1905 visita per la prima volta la Bretagna, per poi tornarci gli anni seguenti. Da questi viaggi porta numerosi schizzi e disegni che ispirano le tele esposte in occasione della sua prima partecipazione al Salon des Indépendants (1906) e al Salon d’Automne (1907).
Nel 1908 parte in treno per l’Italia, muovendosi poi tra Roma e Firenze in bicicletta. L’anno seguente gli vengono allestite le prime mostre: a Parigi, presso la Galerie Eugène Blot; in Germania, alla Galerie de Munich, insieme agli amici del gruppo “Fauves”: Marquet, Vlaminck, Manguin, Puy, Camoin.
Viaggia molto a Londra ed espone più volte da Carfax & Co. Lo scoppio della guerra lo sorprende ad Ashford, ospite dell’amico Ludovic Rodo Pissarro. Rientrato a Parigi conosce lo scrittore Jules Romains ed entra nell’ambiente letterario parigino. Nel 1919, inizia il cosiddetto “periodo verde”: usa una tavolozza in cui i verdi e i neri si affrontano in perfetta armonia, in un contrasto permanente di luci ed ombre. Nel 1922 la nascita del primo figlio contribuisce ad addolcire la sua tavolozza, i colori si sfumano e comincia il periodo delle “maternità” che durerà fino al 1925. Nel 1923 espone per la prima volta a Tokyo. Riprende i viaggi: nel 1926 parte in auto per il Sud della Francia e, incantato dalla luce del Midi, vi ritorna con la famiglia l’anno successivo; dal 1930 al 1939 torna spesso in Bretagna, dove dipinge con il gruppo dei “Pittori di Concarneau”; di questi anni restano magnifici acquerelli, dal tratto rapido e dai colori luminosi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale carica tutte le sue tele nella sua vecchia Ford e con la moglie e i figli si trasferisce a Chalonnes-sur-Loire. Di ritorno a Parigi è costretto a sopportare i disagi dell’occupazione e la sua pittura s’indurisce. E’ il periodo dei “nudi rossi” e delle composizioni di fiori.
Nel 1945 torna a Pont-Aven per l’ultima volta trascorrendo un mese al famoso Hôtel de la Poste, da Julia Correlleau.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Algeri, Amsterdam, Boston, Brooklyn, Cambrai, Copenaghen, Gand, Ginevra, La Haye, Leeds, Londra (British Museum), Los Angeles, Lione, Manchester, Mosca, Nantes (Musée des Beaux-Arts), Orléans (Musée des Beaux-Arts), Parigi (Musée d’Art Moderne), Saint-Brieuc (Musée d’Art et d’Histoire).
Bibliografia:
R. Nacenta, La Scuola di Parigi, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1960; Pont-Aven, L’autre génération (1920-1940), Galerie de la Poste, Pont-Aven, 1990; E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; H. Belboch, Les peintres de Concarneau, Ed. Palantines, 1993 ; Dictionnaire de Peintres à Montmartre, Parigi, Editions André Roussard, 1999 ; Maurice Asselin et la Bretagne, Musée de Pont-Aven, 2002.
Nel 1908 parte in treno per l’Italia, muovendosi poi tra Roma e Firenze in bicicletta. L’anno seguente gli vengono allestite le prime mostre: a Parigi, presso la Galerie Eugène Blot; in Germania, alla Galerie de Munich, insieme agli amici del gruppo “Fauves”: Marquet, Vlaminck, Manguin, Puy, Camoin.
Viaggia molto a Londra ed espone più volte da Carfax & Co. Lo scoppio della guerra lo sorprende ad Ashford, ospite dell’amico Ludovic Rodo Pissarro. Rientrato a Parigi conosce lo scrittore Jules Romains ed entra nell’ambiente letterario parigino. Nel 1919, inizia il cosiddetto “periodo verde”: usa una tavolozza in cui i verdi e i neri si affrontano in perfetta armonia, in un contrasto permanente di luci ed ombre. Nel 1922 la nascita del primo figlio contribuisce ad addolcire la sua tavolozza, i colori si sfumano e comincia il periodo delle “maternità” che durerà fino al 1925. Nel 1923 espone per la prima volta a Tokyo. Riprende i viaggi: nel 1926 parte in auto per il Sud della Francia e, incantato dalla luce del Midi, vi ritorna con la famiglia l’anno successivo; dal 1930 al 1939 torna spesso in Bretagna, dove dipinge con il gruppo dei “Pittori di Concarneau”; di questi anni restano magnifici acquerelli, dal tratto rapido e dai colori luminosi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale carica tutte le sue tele nella sua vecchia Ford e con la moglie e i figli si trasferisce a Chalonnes-sur-Loire. Di ritorno a Parigi è costretto a sopportare i disagi dell’occupazione e la sua pittura s’indurisce. E’ il periodo dei “nudi rossi” e delle composizioni di fiori.
Nel 1945 torna a Pont-Aven per l’ultima volta trascorrendo un mese al famoso Hôtel de la Poste, da Julia Correlleau.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Algeri, Amsterdam, Boston, Brooklyn, Cambrai, Copenaghen, Gand, Ginevra, La Haye, Leeds, Londra (British Museum), Los Angeles, Lione, Manchester, Mosca, Nantes (Musée des Beaux-Arts), Orléans (Musée des Beaux-Arts), Parigi (Musée d’Art Moderne), Saint-Brieuc (Musée d’Art et d’Histoire).
Bibliografia:
R. Nacenta, La Scuola di Parigi, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1960; Pont-Aven, L’autre génération (1920-1940), Galerie de la Poste, Pont-Aven, 1990; E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; H. Belboch, Les peintres de Concarneau, Ed. Palantines, 1993 ; Dictionnaire de Peintres à Montmartre, Parigi, Editions André Roussard, 1999 ; Maurice Asselin et la Bretagne, Musée de Pont-Aven, 2002.
