André Bloc
Algeri, 1896 - Nuova Delhi, 1966
Artista inquieto ed estroso, interessato a tutti i movimenti d’avanguardia, le sue capacità artistiche si esprimono inizialmente attraverso la pittura per poi dedicarsi alla scultura e all’architettura.
Trasferitosi giovanissimo a Parigi, si laurea in Ingegneria nel 1920 e già dal 1919 espone le sue opere al Salon d’Automne.
Frequenta Frantz, Francis Jourdain, Mallet-Stevens, Le Corbusier, Auguste Perret; presto riconosce nell’architettura la definizione più diretta della sua ricerca e nel 1930 fonda la più importante rivista d’avanguardia in Europa, “L’Architecture d’aujourd’hui” che dirigerà fino alla morte.
Lavora profondamente sulle ricerche di interazione tra scultura e architettura e difende i costruttori e gli urbanisti più al passo con i tempi. Si batte per la riforma dell’insegnamento artistico e per un habitat collettivo che rispetti la dignità dell’uomo.
Nella convinzione della necessità di una vera integrazione delle arti, nel 1936 crea l’Union pour l’Art, nel 1949 la rivista “Art d’Aujourd’hui” e nel 1951, con il pittore De Marle, il gruppo “Espace”. Le idee e le novità da lui divulgate fungono da stimolo alla vita artistica parigina.
Durante l’occupazione tedesca si rifugia a Biot, in Francia, dove si dedica prevalentemente alla scultura; esegue busti e figure con uno stile che richiama quello di Henri Laurens. Una personale curiosità artistica lo porta a sperimentare i materiali più diversi: legno, terracotta, cemento, vetro, ferro, bronzo, plexiglas e materie plastiche metallizzate.
L’amicizia con Alberto Magnelli, Jean Dewasne, Jean-Jacques Deyrolle, Serge Poliakoff, Victor Vasarely lo conduce verso l’astrattismo.
Nel 1945 espone al Salon des Surindépéndants e nel frattempo abbandona le sperimentazioni con la terracotta per dedicarsi ad opere in cemento. Lo stesso anno conosce Constantin Brancusi, Berto Lardera ed altri artisti del gruppo detto dell’Astrazione geometrica. Realizza la prima scultura non figurativa nel 1949 e a partire da questa data la sua arte diventa definitivamente astratta.
Dal 1949-50 espone regolarmente al Salon des Réalités Nouvelles (alla cui fondazione contribuisce), nella sezione giovani scultori.
In questo periodo realizza diverse sculture per i giardini di Parigi e di Teheran e costruisce la sua casa-laboratorio a Meudon-Bellevue.
Parallelamente ritorna alla pittura; la prima personale ha luogo nel 1953 a Bruxelles dove presenta molte opere astratte ed è seguita da numerosissime altre (Parigi, Milano, Museo Municipale di Amsterdam, Roma, Rio de Janeiro, Documenta di Kassel, San Paolo del Brasile).
Artista completo a tutti gli effetti, André Bloc si interessa alla serigrafia e pubblica il suo primo album nel 1954. Realizza inoltre tappezzerie e mosaici, di cui uno monumentale per la Città Universitaria di Caracas, sempre nel 1954.
All’inizio degli anni sessanta inaugura una serie di personali in Italia: presso la Galleria Il Grifo di Torino nell’autunno 1960, con presentazione di Pierre Guéguen e Gillo Dorfles; all’Associazione Arti Figurative di Torino nella primavera 1961, presentato da Michel Tapié; alla Galleria Ferrari di Verona nell’estate 1961, con presentazione di Giulio Carlo Argan; presso la Galleria Il Canale di Venezia, nell’autunno 1961, di nuovo presentato da Gillo Dorfles.
Dal 1963 è rappresentato dalla Galleria Il Grattacielo di Milano.
A partire dal 1960 esegue per Brasilia, la nuova capitale del Brasile, una serie di sculture di grandi dimensioni. Inventa inoltre le “Sculture-abitabili”, una delle quali è collocata nel suo giardino di Meudon e nel 1966 una “Scultura torre” alta 25 metri. Si tratta di grandi opere che sembrano alludere ad uno spazio prenatale, psicanalitico nel quale rifugiarsi per sfuggire dalla civiltà alienante e massificante che può arrivare a distruggere la naturale creatività e fantasia dell’uomo.
Le sue opere sono spesso esposte in mostre internazionali, tra le più recenti si segnalano: “André Bloc”, Galerie Downtown, Parigi, (2003); “Archiskulptur”, Foundation Beyeler, Riehen, Svizzera (2005); “Was is Plastik?” Stiftung Wilhelm Lehmbruck Museum - Center of Intenational Sculture, Duisburg, Gemania (2006-2007).
Musei e luoghi nei quali sono conservate sue opere:
Parigi (Centre Pompidou)
Valenciennes, Francia (Musée des Beaux-Arts)
Orleans, Francia (FRAC)
Meudon, Francia (Scultura abitabile - Scultura torre)
Antibes, Francia (Scultura abitabile n. 2)
Carboneraso, Spagna (Casa scultura)
Bibliografia:
Il collezionista d’arte moderna, 1963, Torino, Giulio Bolaffi Editore; E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; Lara-Vinca-Masini, Arte contemporanea, La linea dell’unicità, arte come volontà e non rappresentazione, Firenze, Giunti, 1989.
Trasferitosi giovanissimo a Parigi, si laurea in Ingegneria nel 1920 e già dal 1919 espone le sue opere al Salon d’Automne.
Frequenta Frantz, Francis Jourdain, Mallet-Stevens, Le Corbusier, Auguste Perret; presto riconosce nell’architettura la definizione più diretta della sua ricerca e nel 1930 fonda la più importante rivista d’avanguardia in Europa, “L’Architecture d’aujourd’hui” che dirigerà fino alla morte.
Lavora profondamente sulle ricerche di interazione tra scultura e architettura e difende i costruttori e gli urbanisti più al passo con i tempi. Si batte per la riforma dell’insegnamento artistico e per un habitat collettivo che rispetti la dignità dell’uomo.
Nella convinzione della necessità di una vera integrazione delle arti, nel 1936 crea l’Union pour l’Art, nel 1949 la rivista “Art d’Aujourd’hui” e nel 1951, con il pittore De Marle, il gruppo “Espace”. Le idee e le novità da lui divulgate fungono da stimolo alla vita artistica parigina.
Durante l’occupazione tedesca si rifugia a Biot, in Francia, dove si dedica prevalentemente alla scultura; esegue busti e figure con uno stile che richiama quello di Henri Laurens. Una personale curiosità artistica lo porta a sperimentare i materiali più diversi: legno, terracotta, cemento, vetro, ferro, bronzo, plexiglas e materie plastiche metallizzate.
L’amicizia con Alberto Magnelli, Jean Dewasne, Jean-Jacques Deyrolle, Serge Poliakoff, Victor Vasarely lo conduce verso l’astrattismo.
Nel 1945 espone al Salon des Surindépéndants e nel frattempo abbandona le sperimentazioni con la terracotta per dedicarsi ad opere in cemento. Lo stesso anno conosce Constantin Brancusi, Berto Lardera ed altri artisti del gruppo detto dell’Astrazione geometrica. Realizza la prima scultura non figurativa nel 1949 e a partire da questa data la sua arte diventa definitivamente astratta.
Dal 1949-50 espone regolarmente al Salon des Réalités Nouvelles (alla cui fondazione contribuisce), nella sezione giovani scultori.
In questo periodo realizza diverse sculture per i giardini di Parigi e di Teheran e costruisce la sua casa-laboratorio a Meudon-Bellevue.
Parallelamente ritorna alla pittura; la prima personale ha luogo nel 1953 a Bruxelles dove presenta molte opere astratte ed è seguita da numerosissime altre (Parigi, Milano, Museo Municipale di Amsterdam, Roma, Rio de Janeiro, Documenta di Kassel, San Paolo del Brasile).
Artista completo a tutti gli effetti, André Bloc si interessa alla serigrafia e pubblica il suo primo album nel 1954. Realizza inoltre tappezzerie e mosaici, di cui uno monumentale per la Città Universitaria di Caracas, sempre nel 1954.
All’inizio degli anni sessanta inaugura una serie di personali in Italia: presso la Galleria Il Grifo di Torino nell’autunno 1960, con presentazione di Pierre Guéguen e Gillo Dorfles; all’Associazione Arti Figurative di Torino nella primavera 1961, presentato da Michel Tapié; alla Galleria Ferrari di Verona nell’estate 1961, con presentazione di Giulio Carlo Argan; presso la Galleria Il Canale di Venezia, nell’autunno 1961, di nuovo presentato da Gillo Dorfles.
Dal 1963 è rappresentato dalla Galleria Il Grattacielo di Milano.
A partire dal 1960 esegue per Brasilia, la nuova capitale del Brasile, una serie di sculture di grandi dimensioni. Inventa inoltre le “Sculture-abitabili”, una delle quali è collocata nel suo giardino di Meudon e nel 1966 una “Scultura torre” alta 25 metri. Si tratta di grandi opere che sembrano alludere ad uno spazio prenatale, psicanalitico nel quale rifugiarsi per sfuggire dalla civiltà alienante e massificante che può arrivare a distruggere la naturale creatività e fantasia dell’uomo.
Le sue opere sono spesso esposte in mostre internazionali, tra le più recenti si segnalano: “André Bloc”, Galerie Downtown, Parigi, (2003); “Archiskulptur”, Foundation Beyeler, Riehen, Svizzera (2005); “Was is Plastik?” Stiftung Wilhelm Lehmbruck Museum - Center of Intenational Sculture, Duisburg, Gemania (2006-2007).
Musei e luoghi nei quali sono conservate sue opere:
Parigi (Centre Pompidou)
Valenciennes, Francia (Musée des Beaux-Arts)
Orleans, Francia (FRAC)
Meudon, Francia (Scultura abitabile - Scultura torre)
Antibes, Francia (Scultura abitabile n. 2)
Carboneraso, Spagna (Casa scultura)
Bibliografia:
Il collezionista d’arte moderna, 1963, Torino, Giulio Bolaffi Editore; E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; Lara-Vinca-Masini, Arte contemporanea, La linea dell’unicità, arte come volontà e non rappresentazione, Firenze, Giunti, 1989.
