Georges Rochegrosse
Versailles, Francia, 1859 – Al-Biar, Algeria, 1938
Ancora piccolo, viene abbandonato dal padre a causa della separazione dalla moglie. E’ adottato da Théodore de Banville e in questo nuovo ambiente familiare, intellettuale e artistico, riceve una buona formazione. All’età di dodici anni entra all’Académie Julian dove è allievo di Gustave Boulanger e di Jules Lefebvre. Più tardi diventa egli stesso professore di disegno all’Académie Julian. Entra all’Ecole des Beaux-Arts e debutta al Salon des Artistes Français nel 1882. Riceve medaglie di terza classe, di seconda classe e, nel 1993, il Prix du Salon grazie al quale ha la possibilità di soggiornare in Italia. In seguito viaggia in Belgio, Olanda, Germania. Verso il 1890 sposa Marie Leblond che diventa la sua modella per trent’anni. Nel 1900 vince la medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Parigi. Essendo cresciuto in un ambiente letterario, le opere del primo periodo seguono le tematiche care a Delacroix: soggetti tratti dalle civiltà egiziana, romana, bizantina, per i quali Banville lo aiuta a ricostruire dettagli autentici. La fine di questo periodo è contrassegnata dall’enorme successo avuto al Salon con La mort de Babylone. Nel 1891, dopo la morte di Banville, Rochegrosse si appassiona alla mitologia wagneriana; dipinge Le Maitres Chanteurs, Tannhauser. Parisfal gli ispira Le Chevalier aux Fleurs. In seguito tratta temi allegorici: La Course au bonheur, La lutte pour l’idéal, Hors de la mer de boue, ecc.
Collabora con la rivista “La Vie Moderne” d’Emile Bergerat e con altri periodici, fra i quali “Vie parisienne”. Sfruttando la sua predisposizione narrativa e un savoir-faire indiscutibile, illustra alcune opere letterarie fra cui: nel 1889 “Oreste ed Eschilo”, nel 1892 “Hérodias” di Flaubert, nel 1900 “Salambò”, sempre di Flaubert, nel 1901,”Tre Leggende d’oro, d’argento e di cuoio” di J. Doucert, e molte altre. Realizza composizioni murali per la scala della Biblioteca della Sorbona.
A partire dal 1900, insieme alla moglie, trascorre l’inverno a El-Biar e qui trova molti spunti per le composizioni orientaliste.
Nel 1906 ottiene la medaglia d’onore al Salon e nel 1910 diventa Ufficiale nella Legione d’onore. Inoltre è membro permanente della giuria del Salon. Partecipa al Salon de la Societé des Aquarellistes Français.
In Algeria partecipa alle attività del Salon degli Artisti Algerini e Orientalisti, all’Union Artistique de l’Afrique du Nord, al Sindacato Professionale degli Artisti Algerini. Con la scomparsa di Maria nel 1920 Rochegrosse cerca consolazione presso la Societé Théosophique de France, dedicandosi a soggetti religiosi e allegorie dell’amore. Nel 1937 sposa in seconde nozze Antoniette Arnau e un anno dopo muore a Al-Biar, in Algeria.
Musei:
Algeri;
Amiens;
Grenoble (Musée des Beaux-Arts);
Lille (Musée des Beaux-Arts);
Montpellier (Musée Fabre);
Moulins;
Mulhouse;
Parigi (Musée d’Orsay, Musée Victor Hugo);
Rouen;
Sens;
Lipsia (Germania)
Bibliografia:
Catalogue sommaire illustré des peintures, Musée d’Orsay, Paris, Ed. Réunion des Musées Nationaux, 1990 ; G. Schurr, P. Cabanne, Dictionnaire des Petits Maîtres de la peinture, 1820-1920, Paris, Les éditions de l’amateur, 1996.
Collabora con la rivista “La Vie Moderne” d’Emile Bergerat e con altri periodici, fra i quali “Vie parisienne”. Sfruttando la sua predisposizione narrativa e un savoir-faire indiscutibile, illustra alcune opere letterarie fra cui: nel 1889 “Oreste ed Eschilo”, nel 1892 “Hérodias” di Flaubert, nel 1900 “Salambò”, sempre di Flaubert, nel 1901,”Tre Leggende d’oro, d’argento e di cuoio” di J. Doucert, e molte altre. Realizza composizioni murali per la scala della Biblioteca della Sorbona.
A partire dal 1900, insieme alla moglie, trascorre l’inverno a El-Biar e qui trova molti spunti per le composizioni orientaliste.
Nel 1906 ottiene la medaglia d’onore al Salon e nel 1910 diventa Ufficiale nella Legione d’onore. Inoltre è membro permanente della giuria del Salon. Partecipa al Salon de la Societé des Aquarellistes Français.
In Algeria partecipa alle attività del Salon degli Artisti Algerini e Orientalisti, all’Union Artistique de l’Afrique du Nord, al Sindacato Professionale degli Artisti Algerini. Con la scomparsa di Maria nel 1920 Rochegrosse cerca consolazione presso la Societé Théosophique de France, dedicandosi a soggetti religiosi e allegorie dell’amore. Nel 1937 sposa in seconde nozze Antoniette Arnau e un anno dopo muore a Al-Biar, in Algeria.
Musei:
Algeri;
Amiens;
Grenoble (Musée des Beaux-Arts);
Lille (Musée des Beaux-Arts);
Montpellier (Musée Fabre);
Moulins;
Mulhouse;
Parigi (Musée d’Orsay, Musée Victor Hugo);
Rouen;
Sens;
Lipsia (Germania)
Bibliografia:
Catalogue sommaire illustré des peintures, Musée d’Orsay, Paris, Ed. Réunion des Musées Nationaux, 1990 ; G. Schurr, P. Cabanne, Dictionnaire des Petits Maîtres de la peinture, 1820-1920, Paris, Les éditions de l’amateur, 1996.
